sabato 13 giugno 2009

Dopo la sconfitta alle elezioni provinciali è possibile un recupero per il Pd? Subito un diffuso dibattito “nel partito”, poi il Congresso.

La grave sconfitta del Pd alle elezioni provinciali potrebbe indurre alla rinuncia, all’abbandono di qualsiasi impegno politico.
Questo atteggiamento però non mi appartiene; proprio le presenti difficoltà mi inducono a riproporre la mia disponibilità per la vita del partito.
Voglio in primo luogo riconoscere il grande impegno, la generosa disponibilità, il coraggioso tentativo di Giorgio Zanin nella campagna elettorale sia delle primarie che per la presidenza della provincia. Al di là della buona volontà e del rigore morale del protagonista , tuttavia va realisticamente constatato che il crollo del partito alle elezioni europee è stato confermato alle provinciali. In situazioni di questo tipo non è né giusto né utile scaricare colpe su capri espiatori; tutto il partito deve impegnarsi in una seria e approfondita analisi delle cause del crollo senza distinzioni o contrapposizioni fra la cosiddetta “ nomenclatura” e i cosiddetti “ uomini nuovi”.
Non ci sono salvatori privilegiati per il partito. Attingendo alle energie di tutti, alle idee ed ai valori delle tradizioni politiche e culturali confluite nel Pd, vanno elaborate analisi e proposte per rispondere ai nuovi problemi ( crisi economica, povertà, sicurezza, solidarietà), per coinvolgere nuovi protagonisti.
Vanno promosse assemblee , vanno impegnati gli organi direttivi in riunioni che producano in forma strutturata ( con la compilazione di schede, di questionari, di mappe concettuali, di relazioni) testi e documenti che si traducano in proposte, in orientamenti, in progetti. Insomma è necessario riprendere la strada e il costume del dibattito politico, della autentica vita di partito. Non sono sufficienti riunioni per piangere e per formulare generici propositi di rinnovamento.
Già prima del congresso va rivitalizzato il partito nei suoi organi, nelle sue strutture per non ridurre il dibattito congressuale ad una pura competizione per scegliere questo o quel candidato.. Insomma , cosciente della gravità della situazione e della estreme difficoltà e problematicità delle soluzioni, proporrei uno slogan metodologico: Ripartiamo dal partito.
Solo un partito vivo, strutturato, democratico , aperto ( cerchiamo di coinvolgere veramente giovani e donne nella vita e nelle responsabilità del partito) può a mio avviso diventare il soggetto capace di ricostruire un dialogo con la società civile, con gli elettori. Le primarie senza il partito ( o contro il partito) riescono a scegliere candidati ma non sembrano da sole capaci di costruire progetti, di attirare consensi elettorali veri.

domenica 4 gennaio 2009

Percorso di vita sociale, culturale, professionale di Sergio Chiarotto

La famiglia di origine viveva con il lavoro dei campi in una “ campagna” a conduzione mezzadrile.
E’ nato a Sesto al Reghena nel 1942 e dopo pochi mesi la famiglia si è trasferita a San Vito; è questo il luogo dove cresce, frequenta le scuole elementari e medie, la Chiesa, l’oratorio, dove conosce gli amici e sviluppa la coscienza di sé e la sua personalità con gli stimoli della famiglia, del contesto sociale ed educativo.
Sin da ragazzo si misura con il lavoro normalmente richiesto e dovuto in una famiglia di contadini.
Esce di casa per frequentare il liceo in scuole cattoliche con il sostegno di risorse esterne alla famiglia.
Frequenta la facoltà di filosofia a Trieste da studente pendolare integrando il “ presalario” con ripetizioni private. Partecipa attivamente alla vita dell’Oratorio Don Bosco di San Vito contribuendo a far sorgere e vivere dinamicamente un Circolo studentesco con la pubblicazione di “ giornalini” autostampati. A partire dal terzo anno di Università, nel 1965, inizia l’impegno di insegnante alla scuola media di San Giorgio della Richinvelda. Erano gli anni della Riforma della scuola media, di “ Lettera ad una professoressa” di Don Milani. Con entusiasmo educativo e sociale propone a quei ragazzi che provenivano spesso da famiglie culturalmente umili un insegnamento che tenta di essere coinvolgente e innovativo.
Ottenuta la laurea in filosofia, dal 1968 insegna Storia e Filosofia prima al Liceo Classico poi al Liceo Scientifico Grigoletti di Pordenone sino al 1986.
Nel frattempo partecipa, fin dalla fondazione, alle attività delle associazioni della Casa dello studente di Pordenone ; ha collaborato per anni alla redazione de “ Il Momento”.
E’ stato,per un periodo limitato alla fine degli anni ’60 presidente dell’Uciim ( Unione Cattolica insegnanti medi) promovendo fra l’altro, assieme a molti altri colleghi “ volontari” un doposcuola gratuito per ragazzi delle scuole medie ( quasi metafora e anticipo del Tempo Pieno).
Dal 1986, avendo vinto un concorso, è preside di scuola media superiore; ha svolto le3 sue funzioni al Liceo Scientifico di Maniago, quindi al Liceo Leopardi ( diventato poi Leopardi-Majorana).
Ha partecipato alla fondazione e da alcuni anni è presidente della Cooperativa sociale Oasi che offre lavoro, accoglienza e solidarietà ad ex carcerati e emarginati.
Dall’età giovanile è interessato alla scrittura di tipo giornalistico: dopo i “ giornalini studenteschi” , ha svolto per alcuni anni ( fine ’60, inizio ’70) attività di collaboratore alla redazione pordenonese del Messaggero Veneto Ha collaborato oltre che con il mensile della Casa dello studente “ Il Momento” anche, occasionalmente, con “ Il Popolo” ( settimanale della Diocesi di Concordia)
Ha pubblicato con le edizioni “ Concordia Sette” due piccoli volumi: Cattolici e resistenza nel Friuli Occidentale, La provincia di Pordenone. Ha proposto anche alcuni interventi nelle pubblicazioni dell’Irse.
Sergio Chiarotto

Intervento di Sergio Chiarotto sulle primarie e il Partito Democratico

Per superare la crisi del partito
una gestione unitaria delle primarie


Una cultura di pace e un progetto integrato di formazione e avviamento al lavoro per i giovani sono i riferimenti principali per orientare il discorso del Partito Democratico nell'attuale momento politico e in vista delle elezioni amministrative in provincia,
Il PD sta attraversando un momento drammatico: crisi di credibilità, incertezza nell'identità politico-culturale e di conseguenza calo di consensi..
In questa fase allora tutte le energie vanno unitariamente impegnate per rinforzare e ridare anima e coraggio al partito,
Le primarie ( di partito o di coalizione, ancora non si sa ) devono essere vissute, organizzate , gestite in uno spirito di unitario lavoro per elaborare progetti, per costruire identità, per riconquistare consensi.
E' evidente che la logica delle primarie comporta anche competizione, Penso però che vada fatto uno sforzo di fantasia e di coraggio per vivere la competizione senza contrapposizioni, con unità e amicizia,
Non è utile né opportuno contrapporre la struttura del partito al “ movimento” di chi forse questa struttura contesta, Tutti dobbiamo essere contemporaneamente storia, struttura, classe dirigente di questo partito, ma anche movimento ,novità, giovinezza per rinnovare e quasi salvare un partito in pericolo.
Propongo quindi un incontro vero e sincero fra il gruppo che ha proposto la candidatura di Zanin e il gruppo che ha proposto la candidatura di Chiarotto per costruire obiettivi, regole, strumenti per le primarie in modo da garantire la democrazia interna ma soprattutto il rilancio unitario del Partito.
Sergio Chiarotto

sabato 13 dicembre 2008

Il servizio sanitario e quindi l’ospedale devono restare pubblici

Il servizio sanitario e quindi l’ospedale devono restare pubblici
“ E’ necessaria una vasta mobilitazione della cittadinanza e dei responsabili politici e amministrativi della provincia per scongiurare il programma di privatizzazione di gran parte dell’ospedale di Pordenone cioè della porzione più consistente dell’offerta ospedaliera di tutta la Destra Tagliamento”. Lo dichiara Sergio Chiarotto candidato di centrosinistra per la presidenza della Provincia.
L’esponente del Partito democratico osserva che sull’argomento sia Enzo Bortolotti che Alessandro Ciriani, entrambi potenziali candidati della Destra alla carica di Presidente dell’Amministrazione provinciale, tacciono.
“Chi non si pronuncia con chiarezza per cambiare quel programma condivide la privatizzazione.
I candidati che tacciono e sostengono la privatizzazione sono in contrasto con il comune sentire della cittadinanza che chiede il mantenimento di un efficiente servizio sanitario universale che solo l’offerta pubblica può garantire.
La privatizzazione di una parte consistente dell’ospedale di Pordenone è stata decisa dalla giunta regionale di Destra allorché ha stabilito che il nuovo ospedale di Pordenone sarà finanziato ricorrendo alla finanza di progetto anziché a un mutuo o a un leasing come aveva fatto la giunta Illy.”

Pordenone, 9 dicembre 2008.
Sergio Chiarotto.

giovedì 20 novembre 2008

Percorso di vita in ambito politico e amministrativo


E' nato nel 1942.
Provenendo da una formazione cattolica e dalla vita delle associazioni, si iscrive alla Dc nel 1965.
Partecipa con responsabilità di livello provinciale al Movimento Giovanile Dc.
Nel 1970 è eletto consigliere comunale a San Vito al Tagliamento e nominato assessore all'istruzione e cultura sino al 1975. Partecipa alla promozione della Scuola Media a tempo pieno, alla costituzione dei consigli di quartiere, alla pubblicazione di un notiziario informativo per tutti i cittadini.
Nel 1975, confermato consigliere comunale a San Vito, è nominato presidente del Cises, un consorzio intercomunale che si occupa di rifiuti, di assistenza sociale, di progettazione di opere pubbliche e di urbanistica.
Nel frattempo partecipa attivamente alla vita della Dc provinciale e regionale, riconoscendosi nei valori culturali e politici dei Cattolici Democratici, della sinistra Dc. Assemblee di sezione, riunioni e lavori di gruppo, congressi convegni, riunioni di comitato, di direzione, confronti con altri partiti e forze sociali: in queste modalità di frequente e intensa partecipazione si svolge la vita nel partito sino agli inizi degli anni '90.
Nel 198o è eletto consigliere provinciale e diventa vice presidente con l'assessorato all'istruzione e cultura.
Per una legislatura è eletto consigliere comunale a Pordenone.
Sarà rieletto consigliere provinciale nel 1985 e nel 199o ricoprendo ininterrottamente funzioni di vicepresidente e di assessore alla cultura (ad intervalli diventa anche assessore all'istruzione, al personale, all'assistenza). Dal '93 al '95 ricopre la carica di presidente.
In questi anni, accanto al normale lavoro negli organi istituzionali, opera direttamente alla costituzione del Museo della vita contadina a San Vito,al centro di accoglienza e studi al colle di San Floriano, all'avvio del Centro studi Pasolini a Casarsa, alla costituzione del Craf di Spilimbergo.
Contribuisce a promuovere lo sviluppo degli studi universitari e Pordenone e alla costituzione del Consorzio universitario ( di cui per un breve periodo è anche presidente).Partecipa alla vita della Scuola di Mosaico di Spilimbergo. Sostiene lo sviluppo dell'edilizia per le scuole superiori a Pordenone, Maniago, Sacile, San Vito, Spilimbergo secondo un disegno di diffusione nel territorio di strutture e occasioni di formazione a livello di scuola superiore. Ha promosso iniziative coordinate di orientamento scolastico e professionale. Ha cercato di coordinare il sistema delle formazione professionale e raccordarlo con il mercato del lavoro ( con limitati risultati per la mancata delega da parte della Regione).
Nel settore della cultura ha seguito due linee fondamentali: sostenere le attività delle associazioni e dei comuni con riguardo solo alla qualità delle iniziative e non agli orientamenti ideologici; promuovere iniziative culturali di largo intere3sse per valorizzare aspetti sorici, sociali, culturali del territorio, in una dimensione di ricerca, di apertura, di confronto con una prospettiva vasta, coinvolgendo ricercatori e istituzioni, elaborando non solo eventi occasionali ma anche contributi duraturi ( libri, video, documenti ecc.).
Nel periodo in cui ha svolto le funzioni di presidente ha cercato di valorizzare il ruolo " politico" della Provincia come luogo di coordinamento e propulsione dei problemi del territorio; ha portato a conclusione con delibere in consiglio il " Piano provinciale della viabilità " e il "piano di smaltimento dei rifiuti.
Nel 1995, dopo aver contribuito a progettare e impostare la grande mostra su P.P.Pasolini a Villa Manin, cessa il suo incarico di presidente della Amministrazione provinciale; non partecipa alle successive elezioni e non riveste più alcun incarico in pubbliche amministrazioni nè in enti da esse dipendenti.
Nominato membro della assemblea della fondazione Crup come presidente della Provincia, completa i tempi dell'incarico e poi è nominato membro dell'Organo di indirizzo, su proposta del consiglio direttivo, a prescindere da ogni indicazione politica, piuttosto come esponente del mondo della scuola.
Negli anni '90 partecipa con intensità e anche con profonda inquietudine e incertezza al dibattito politico e alla evoluzione dei partiti ( fine della Dc e del Pci, nascita del Partito popolare e dei Democratici di Sinistra).
Partecipa alla vita del movimento dei Cristiano sociali, aderisce poi alla Margherita e di conseguenza al Partito Democratico.
Da molti anni non svolge un ruolo dirigenziale nella vita dei partiti. Resta forte la passione politica per una visione della società in cui prevalga la dimensione di comunità, in cui si propongano scelte che superano gli interessi e bisogni individuali per costruire percorsi di solidarietà, di integrazione.
A questo punto è arrivata la proposta di riprendere un cammino attivo nella vita istituzionale e politica del nostro territorio.
Ritenendo i partiti ( e nel caso specifico il Partito Democratico ) un elemento essenziale della partecipazione alla vita democratica, ha dato significato e valore ad una domanda che dal partito è sorta.
Naturalmente si tratta di rispondere ad una domanda ben più vasta e per nulla burocratica: la esigenza della comunità, delle persone, delle famiglie di avere dalle pubbliche istituzioni (e nel caso specifico dalla Amministrazione provinciale), migliori servizi, onesta, sobrietà trasparenza, orientamenti e sostegni per attraversare e superare i difficili sentieri della attuale crisi economica e sociale.

domenica 9 novembre 2008

Accetto la candidatura per le primarie del PD

Senza contrapposizioni con Zanin
In alternativa ideale politica e amministrativa al Centrodestra


Ho accettato la proposta di candidarmi alle primarie del Pd perché rispetto e apprezzo gli amici che me lo hanno chiesto, perché ritengo di poter dare un contributo alla vita politica e amministrativa di questa provincia.
Le mie esperienze passate secondo me sono valide anche nel presente e nel futuro: una vita politica costruita con ampia partecipazione, con costante lavoro di incontri e confronti per scegliere e operare sulla base di orientamenti condivisi, ponderati, non di solitarie e improvvise intuizioni.
Penso il mio lavoro amministrativo caratterizzato da in impegno forte ma non talmente totalizzante da diventare professionista della politica, per conservare attraverso il normale lavoro un rapporto con la realtà.
Non mi sento in alcun modo antagonista con Giorgio Zanin che considero non solo un amico ma anche vicino come sensibilità politica e culturale.
La sua minore esperienza è legata alla fortuna di essere un po’ più giovane di me.
Impegno comune deve essere quello di proporre in maniera convincente una alternativa amministrativa e politica alla coalizione di Centrodestra.
E’ necessario far emergere nel cuore dell’azione amministrativa le questioni dell’educazione, dell’istruzione, del lavoro, della ricerca, dell’ambiente, del governo equilibrato del territorio, del sostegno alle persone in difficoltà, ai poveri, agli emarginati. La comunità deve essere l’orizzonte essenziale per valorizzare sostenere il singolo nella solidarietà,per scongiurare l’isolamento, l’abbandono, la paura.
Questi orientamenti devono tradursi in impegni e azioni concrete nell’ambito della competenze della amministrazione provinciale.
Rispetto alla gestione di questi anni di Centrodestra si può affermare che bisogna fare di più e meglio, senza abbandonarsi a demonizzazioni, a condanne globali.
Sul piano politico vanno recuperati i riferimenti e i fondamenti dell’esperienza cattolico democratica, del socialismo e del liberalismo riformista per rielaborare una nuova cultura politica dove impegno, moralità, sobrietà siano l’abito quotidiano della fatica di ricercare le soluzioni di volta in volta più sensate, più opportune, più condivise.
Non è certo sufficiente il richiamo al passato ( che può essere anche ingombrante)
Dialogare con i giovani, renderli protagonisti è la condizione essenziale per capire il presente e progettare il futuro, cioè far politica.
Immagino un futuro dove conti più il lavoro che la speculazione finanziaria, più la persona che il guadagno, dove sia possibile vivere con regole condivise nel rispetto delle diversità, dove sia diffusa la cultura, la formazione, dove l’ambiente aiuti e non distrugga la vita, dove gli ultimi possano trovare sostegno e risorse per rialzarsi, dove i costruttori di pace siano più importanti dei venditori di armi; sogno una comunità dove possiamo essere sostenuti e animati dall’ottimismo e non depressi e paralizzati dalla paura.

Sergio Chiarotto