sabato 13 dicembre 2008

Il servizio sanitario e quindi l’ospedale devono restare pubblici

Il servizio sanitario e quindi l’ospedale devono restare pubblici
“ E’ necessaria una vasta mobilitazione della cittadinanza e dei responsabili politici e amministrativi della provincia per scongiurare il programma di privatizzazione di gran parte dell’ospedale di Pordenone cioè della porzione più consistente dell’offerta ospedaliera di tutta la Destra Tagliamento”. Lo dichiara Sergio Chiarotto candidato di centrosinistra per la presidenza della Provincia.
L’esponente del Partito democratico osserva che sull’argomento sia Enzo Bortolotti che Alessandro Ciriani, entrambi potenziali candidati della Destra alla carica di Presidente dell’Amministrazione provinciale, tacciono.
“Chi non si pronuncia con chiarezza per cambiare quel programma condivide la privatizzazione.
I candidati che tacciono e sostengono la privatizzazione sono in contrasto con il comune sentire della cittadinanza che chiede il mantenimento di un efficiente servizio sanitario universale che solo l’offerta pubblica può garantire.
La privatizzazione di una parte consistente dell’ospedale di Pordenone è stata decisa dalla giunta regionale di Destra allorché ha stabilito che il nuovo ospedale di Pordenone sarà finanziato ricorrendo alla finanza di progetto anziché a un mutuo o a un leasing come aveva fatto la giunta Illy.”

Pordenone, 9 dicembre 2008.
Sergio Chiarotto.

3 commenti:

Moreno Puiatti ha detto...

Esatto, sulla sanità la popolazione chiede il mantenimento di un EFFICIENTE servizio sanitario.
La Destra ha buon gioco a denunciare le magagne e di rimbalzo ad accusare il centro-sinistra di difendere l'inefficienza.
La battaglia si gioca anche su un problema di rendere efficace il sistema pubblico, è l'unica strada per controbattere i Brunetta e i fautori del libero mercato a scopo di lucro del privato.

Sul project financing: va bene dove il privato supplisce ad un servizio che il pubblico non riesce a gestire perchè non possiede mezzi per farlo e dove comunque i fruitori del servizio avrebbero dovuto pagare una tariffa al fornitore del servizio stesso.
Si sono gestiti per anni ad esempio in alcuni comuni i depuratori delle acque in questo modo, dando ad aziende specializzate la gestione (e spesso la relizzazione chiavi in mano) dei depuratori in cambio del canone fognatura.
Le autostrade in Italia anche se non inquadrate all'epoca legislativamente come forma di project financing, in realtà presentano molte analogie, il pubblico concede al privato la realizzazione e gestione di un servizio pubblico con oneri ed introiti.
Questo è il vero project financing, qui si parla di investitori, non di aziende specializzate che possono fornire il servizio, per cui già abbiamo il lucro.
Comunque il sistema prevederebbe dover pagare il servizio ad una tariffa che copra l'investimento.
Sul discorso di Illy, il progetto non era il laasing, bensì un Fondo Immobiliare sulla Sanità in mano a Friulia, un giro contabile che avrebbe permesso di mantenere il patto di stabilità, su questo avrei qualche perplessità, soprattutto se si fossero collocate sul mercato le quote del fondo, il che avrebbe implicato un pagamento dell'affitto delle Aziende Sanitarie a Friulia per irpagare gli investitori che avessero acquistato le quote.

Sergio Chiarotto ha detto...

C'è una qualche differenza fra sistema di protezione della salute e autostrade.
Sul resto si può discutere.
Sergio Chiarotto.

Moreno Puiatti ha detto...

Concordo che c'è una differenza, per questo il project financing in sanità non è applicabile.

Volevo sottolineare i corretti ambiti di applicazione, cioè servizi accessori a pagamento.

Su scuola e sanità che siano PUBBLICHE, in quanto servizi essenziali, siamo d'accordo.

Per combattere l'ideologia del privato è migliore dobbiamo dimostrare che il PUBBLICO è EFFICIENTE e spesso ECCELLENTE.

Di esempi buoni ne abbiamo molti.

E' anche una battaglia culturale, anche per questo la lotta agli sprechi va fatta (non con gli annunci, ma magari ottimizzando più che la spesa, l'efficienza, e qui una battaglia sulla burocratizzazione dei servizi pubblici è doverosa, una seconda riforma Bassanini magari), altrimenti vincerà la cultura del privato a pagamento (per pochi).

Qualunque istituzione se ineffieciente è uno spreco, se efficiente è utile e quindi giustifica la spesa.