La grave sconfitta del Pd alle elezioni provinciali potrebbe indurre alla rinuncia, all’abbandono di qualsiasi impegno politico.
Questo atteggiamento però non mi appartiene; proprio le presenti difficoltà mi inducono a riproporre la mia disponibilità per la vita del partito.
Voglio in primo luogo riconoscere il grande impegno, la generosa disponibilità, il coraggioso tentativo di Giorgio Zanin nella campagna elettorale sia delle primarie che per la presidenza della provincia. Al di là della buona volontà e del rigore morale del protagonista , tuttavia va realisticamente constatato che il crollo del partito alle elezioni europee è stato confermato alle provinciali. In situazioni di questo tipo non è né giusto né utile scaricare colpe su capri espiatori; tutto il partito deve impegnarsi in una seria e approfondita analisi delle cause del crollo senza distinzioni o contrapposizioni fra la cosiddetta “ nomenclatura” e i cosiddetti “ uomini nuovi”.
Non ci sono salvatori privilegiati per il partito. Attingendo alle energie di tutti, alle idee ed ai valori delle tradizioni politiche e culturali confluite nel Pd, vanno elaborate analisi e proposte per rispondere ai nuovi problemi ( crisi economica, povertà, sicurezza, solidarietà), per coinvolgere nuovi protagonisti.
Vanno promosse assemblee , vanno impegnati gli organi direttivi in riunioni che producano in forma strutturata ( con la compilazione di schede, di questionari, di mappe concettuali, di relazioni) testi e documenti che si traducano in proposte, in orientamenti, in progetti. Insomma è necessario riprendere la strada e il costume del dibattito politico, della autentica vita di partito. Non sono sufficienti riunioni per piangere e per formulare generici propositi di rinnovamento.
Già prima del congresso va rivitalizzato il partito nei suoi organi, nelle sue strutture per non ridurre il dibattito congressuale ad una pura competizione per scegliere questo o quel candidato.. Insomma , cosciente della gravità della situazione e della estreme difficoltà e problematicità delle soluzioni, proporrei uno slogan metodologico: Ripartiamo dal partito.
Solo un partito vivo, strutturato, democratico , aperto ( cerchiamo di coinvolgere veramente giovani e donne nella vita e nelle responsabilità del partito) può a mio avviso diventare il soggetto capace di ricostruire un dialogo con la società civile, con gli elettori. Le primarie senza il partito ( o contro il partito) riescono a scegliere candidati ma non sembrano da sole capaci di costruire progetti, di attirare consensi elettorali veri.
sabato 13 giugno 2009
domenica 4 gennaio 2009
Percorso di vita sociale, culturale, professionale di Sergio Chiarotto
La famiglia di origine viveva con il lavoro dei campi in una “ campagna” a conduzione mezzadrile.
E’ nato a Sesto al Reghena nel 1942 e dopo pochi mesi la famiglia si è trasferita a San Vito; è questo il luogo dove cresce, frequenta le scuole elementari e medie, la Chiesa, l’oratorio, dove conosce gli amici e sviluppa la coscienza di sé e la sua personalità con gli stimoli della famiglia, del contesto sociale ed educativo.
Sin da ragazzo si misura con il lavoro normalmente richiesto e dovuto in una famiglia di contadini.
Esce di casa per frequentare il liceo in scuole cattoliche con il sostegno di risorse esterne alla famiglia.
Frequenta la facoltà di filosofia a Trieste da studente pendolare integrando il “ presalario” con ripetizioni private. Partecipa attivamente alla vita dell’Oratorio Don Bosco di San Vito contribuendo a far sorgere e vivere dinamicamente un Circolo studentesco con la pubblicazione di “ giornalini” autostampati. A partire dal terzo anno di Università, nel 1965, inizia l’impegno di insegnante alla scuola media di San Giorgio della Richinvelda. Erano gli anni della Riforma della scuola media, di “ Lettera ad una professoressa” di Don Milani. Con entusiasmo educativo e sociale propone a quei ragazzi che provenivano spesso da famiglie culturalmente umili un insegnamento che tenta di essere coinvolgente e innovativo.
Ottenuta la laurea in filosofia, dal 1968 insegna Storia e Filosofia prima al Liceo Classico poi al Liceo Scientifico Grigoletti di Pordenone sino al 1986.
Nel frattempo partecipa, fin dalla fondazione, alle attività delle associazioni della Casa dello studente di Pordenone ; ha collaborato per anni alla redazione de “ Il Momento”.
E’ stato,per un periodo limitato alla fine degli anni ’60 presidente dell’Uciim ( Unione Cattolica insegnanti medi) promovendo fra l’altro, assieme a molti altri colleghi “ volontari” un doposcuola gratuito per ragazzi delle scuole medie ( quasi metafora e anticipo del Tempo Pieno).
Dal 1986, avendo vinto un concorso, è preside di scuola media superiore; ha svolto le3 sue funzioni al Liceo Scientifico di Maniago, quindi al Liceo Leopardi ( diventato poi Leopardi-Majorana).
Ha partecipato alla fondazione e da alcuni anni è presidente della Cooperativa sociale Oasi che offre lavoro, accoglienza e solidarietà ad ex carcerati e emarginati.
Dall’età giovanile è interessato alla scrittura di tipo giornalistico: dopo i “ giornalini studenteschi” , ha svolto per alcuni anni ( fine ’60, inizio ’70) attività di collaboratore alla redazione pordenonese del Messaggero Veneto Ha collaborato oltre che con il mensile della Casa dello studente “ Il Momento” anche, occasionalmente, con “ Il Popolo” ( settimanale della Diocesi di Concordia)
Ha pubblicato con le edizioni “ Concordia Sette” due piccoli volumi: Cattolici e resistenza nel Friuli Occidentale, La provincia di Pordenone. Ha proposto anche alcuni interventi nelle pubblicazioni dell’Irse.
E’ nato a Sesto al Reghena nel 1942 e dopo pochi mesi la famiglia si è trasferita a San Vito; è questo il luogo dove cresce, frequenta le scuole elementari e medie, la Chiesa, l’oratorio, dove conosce gli amici e sviluppa la coscienza di sé e la sua personalità con gli stimoli della famiglia, del contesto sociale ed educativo.
Sin da ragazzo si misura con il lavoro normalmente richiesto e dovuto in una famiglia di contadini.
Esce di casa per frequentare il liceo in scuole cattoliche con il sostegno di risorse esterne alla famiglia.
Frequenta la facoltà di filosofia a Trieste da studente pendolare integrando il “ presalario” con ripetizioni private. Partecipa attivamente alla vita dell’Oratorio Don Bosco di San Vito contribuendo a far sorgere e vivere dinamicamente un Circolo studentesco con la pubblicazione di “ giornalini” autostampati. A partire dal terzo anno di Università, nel 1965, inizia l’impegno di insegnante alla scuola media di San Giorgio della Richinvelda. Erano gli anni della Riforma della scuola media, di “ Lettera ad una professoressa” di Don Milani. Con entusiasmo educativo e sociale propone a quei ragazzi che provenivano spesso da famiglie culturalmente umili un insegnamento che tenta di essere coinvolgente e innovativo.
Ottenuta la laurea in filosofia, dal 1968 insegna Storia e Filosofia prima al Liceo Classico poi al Liceo Scientifico Grigoletti di Pordenone sino al 1986.
Nel frattempo partecipa, fin dalla fondazione, alle attività delle associazioni della Casa dello studente di Pordenone ; ha collaborato per anni alla redazione de “ Il Momento”.
E’ stato,per un periodo limitato alla fine degli anni ’60 presidente dell’Uciim ( Unione Cattolica insegnanti medi) promovendo fra l’altro, assieme a molti altri colleghi “ volontari” un doposcuola gratuito per ragazzi delle scuole medie ( quasi metafora e anticipo del Tempo Pieno).
Dal 1986, avendo vinto un concorso, è preside di scuola media superiore; ha svolto le3 sue funzioni al Liceo Scientifico di Maniago, quindi al Liceo Leopardi ( diventato poi Leopardi-Majorana).
Ha partecipato alla fondazione e da alcuni anni è presidente della Cooperativa sociale Oasi che offre lavoro, accoglienza e solidarietà ad ex carcerati e emarginati.
Dall’età giovanile è interessato alla scrittura di tipo giornalistico: dopo i “ giornalini studenteschi” , ha svolto per alcuni anni ( fine ’60, inizio ’70) attività di collaboratore alla redazione pordenonese del Messaggero Veneto Ha collaborato oltre che con il mensile della Casa dello studente “ Il Momento” anche, occasionalmente, con “ Il Popolo” ( settimanale della Diocesi di Concordia)
Ha pubblicato con le edizioni “ Concordia Sette” due piccoli volumi: Cattolici e resistenza nel Friuli Occidentale, La provincia di Pordenone. Ha proposto anche alcuni interventi nelle pubblicazioni dell’Irse.
Sergio Chiarotto
Intervento di Sergio Chiarotto sulle primarie e il Partito Democratico
Per superare la crisi del partito
una gestione unitaria delle primarie
Una cultura di pace e un progetto integrato di formazione e avviamento al lavoro per i giovani sono i riferimenti principali per orientare il discorso del Partito Democratico nell'attuale momento politico e in vista delle elezioni amministrative in provincia,
Il PD sta attraversando un momento drammatico: crisi di credibilità, incertezza nell'identità politico-culturale e di conseguenza calo di consensi..
In questa fase allora tutte le energie vanno unitariamente impegnate per rinforzare e ridare anima e coraggio al partito,
Le primarie ( di partito o di coalizione, ancora non si sa ) devono essere vissute, organizzate , gestite in uno spirito di unitario lavoro per elaborare progetti, per costruire identità, per riconquistare consensi.
E' evidente che la logica delle primarie comporta anche competizione, Penso però che vada fatto uno sforzo di fantasia e di coraggio per vivere la competizione senza contrapposizioni, con unità e amicizia,
Non è utile né opportuno contrapporre la struttura del partito al “ movimento” di chi forse questa struttura contesta, Tutti dobbiamo essere contemporaneamente storia, struttura, classe dirigente di questo partito, ma anche movimento ,novità, giovinezza per rinnovare e quasi salvare un partito in pericolo.
Propongo quindi un incontro vero e sincero fra il gruppo che ha proposto la candidatura di Zanin e il gruppo che ha proposto la candidatura di Chiarotto per costruire obiettivi, regole, strumenti per le primarie in modo da garantire la democrazia interna ma soprattutto il rilancio unitario del Partito.
Sergio Chiarotto
una gestione unitaria delle primarie
Una cultura di pace e un progetto integrato di formazione e avviamento al lavoro per i giovani sono i riferimenti principali per orientare il discorso del Partito Democratico nell'attuale momento politico e in vista delle elezioni amministrative in provincia,
Il PD sta attraversando un momento drammatico: crisi di credibilità, incertezza nell'identità politico-culturale e di conseguenza calo di consensi..
In questa fase allora tutte le energie vanno unitariamente impegnate per rinforzare e ridare anima e coraggio al partito,
Le primarie ( di partito o di coalizione, ancora non si sa ) devono essere vissute, organizzate , gestite in uno spirito di unitario lavoro per elaborare progetti, per costruire identità, per riconquistare consensi.
E' evidente che la logica delle primarie comporta anche competizione, Penso però che vada fatto uno sforzo di fantasia e di coraggio per vivere la competizione senza contrapposizioni, con unità e amicizia,
Non è utile né opportuno contrapporre la struttura del partito al “ movimento” di chi forse questa struttura contesta, Tutti dobbiamo essere contemporaneamente storia, struttura, classe dirigente di questo partito, ma anche movimento ,novità, giovinezza per rinnovare e quasi salvare un partito in pericolo.
Propongo quindi un incontro vero e sincero fra il gruppo che ha proposto la candidatura di Zanin e il gruppo che ha proposto la candidatura di Chiarotto per costruire obiettivi, regole, strumenti per le primarie in modo da garantire la democrazia interna ma soprattutto il rilancio unitario del Partito.
Sergio Chiarotto
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